venerdì 26 settembre 2008

Ce l'abbiamo fatta!!!!!

Ciao ragazziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Finalmente siamo riusciti a caricare in rete il nostro progetto!
"C.V. Cervellum Vitae" è finalmente on line!
Guardatelo, commentatelo e spargete la voce!
Questo è il link http://it.youtube.com/watch?v=ixS-etJjGVE

MateriaNicoletta

lunedì 22 settembre 2008

I precari sono in crescita...questa non è proprio una bella cosa!

Precari, il governo dell'Unione ha fatto cilecca: e a dirlo non è un'indagine del sindacato o dell'opposizione, ma uno studio commissionato dallo stesso ministero del Lavoro alla Unioncamere-Excelsior. Indagine annuale che il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha citato spesso nel corso dei suoi passati interventi: l'obiettivo dichiarato infatti è quello di «rivoltarne» i risultati, drammatici negli ultimi anni, per riportarli in positivo. L'indagine Excelsior è condotta su centomila imprese italiane che ogni anno forniscono le previsioni sulle nuove assunzioni. Dunque non riguarda il totale degli occupati (quello si ha dai rapporti Istat), ma i cosiddetti «flussi», cioè le nuove assunzioni: per la cronaca, quest'anno si prevedono 83 mila posti di lavoro in più (839 mila assunzioni contro 756 mila uscite preventivate)
Ebbene: da un po' di anni le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono in costante calo, dai vertici del 2001 (quando rappresentavano ben il 60% del totale delle assunzioni), fino al famoso «giro di boa» del 2005, quando hanno raggiunto la parità con i contratti precari (50% e 50%). L'anno scorso, poi (ma era ancora un evidente effetto della legge 30 e delle politiche del governo Berlusconi), l'ulteriore crollo: le assunzioni a tempo indeterminato sono ormai al 46,3%, contro quelle «non standard» che hanno decisamente consolidato la maggioranza (53,7%). E quest'anno?Quest'anno va ancora peggio, il trend negativo cioè non si è invertito ma anzi ha continuato la sua corsa, e se non si farà qualcosa presto il precariato potrebbe anche toccare il 60% delle nuove assunzioni.
Vediamo i dati: i contratti a tempo indeterminato, come detto, sono passati dal 46,3% dal 2006 al 45,4%, mentre il complesso dei contratti precari si ingrossa, dal 53,7% al 54,6%. E' vero, d'altra parte, che il peggioramento è rallentato rispetto al 2004. Infatti particolarmente notevole (vedi tabella sotto) è il passaggio dal 2004 (58,4% tempi indeterminati) al 2005 (50%): ben 8 punti in meno, proprio nel primo anno dell'entrata in vigore della legge 30 (approvata tra metà e fine 2003). E sempre forte, ma di 4 punti, il passaggio 2005-2006: dal 50% al 46,3%. Nel 2007 si scende «solo» di un ulteriore 0,9%. Di pari passo sono saliti (li diamo scomposti) i contratti precari: il tempo determinato (dal 29,2% del 2004, è via via passato al 37,8%, al 41,1 e al 42,6), così l'apprendistato (dall'8,1 al 9,6, al 9,1 e di nuovo al 9,6 l'anno scorso).
Fuori dai numeri, c'è un problema di valutazione delle politiche dell'Unione: è chiaro che per il momento l'attesa inversione di tendenza non si è manifestata, e si presume che il ministero del Lavoro - che non ha commentato i dati, e li ha presentati in assoluto silenzio mediatico, senza battage pubblicitario - attenda di avere cifre meno impietose almeno nel 2008. «Non fiori ma opere di bene», ripete spesso Damiano per difendere «una politica di gradualità e riformismo», dove la parola d'ordine è «non abolire la legge 30, ma modificarla», e vantando i graduali «successi» raggiunti.

venerdì 19 settembre 2008

C.V.

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MATERIAGRIGIA

mercoledì 17 settembre 2008

Link: 11 precarie di legnano si vendono per un posto di lavoro

http://it.youtube.com/watch?v=Zo0XOiVHO9Q

A.A.A.vendesi precarie

Prima, il picchetto su YouTube, in cui annunciavano di essersi messe all’asta. Poi, la decisione di convocare una strip conference in cui «ci spoglieremo, ci denuderemo e ci venderemo per un posto di lavoro, non solo per noi 11 ma per tutti i precari che come noi ogni giorno vengono denudati della loro dignità e dei loro diritti, firmando lettere di licenziamento in bianco, contratti a ore sempre più precari e sempre più flessibili». Sono le ormai celebri centraliniste dell’ospedale di Legnano, «le prime vittime della legge Brunetta», come si definiscono. Che venerdì hanno presentato ai giornalisti il loro problema. E non solo.Sulle note del «Nessun dorma» di Giacomo Puccini sul palco del Teatro Cooperativa di Milano alle 11 e mezza di venerdì è andata in scena la prima conferenza stampa sotto forma di striptease: nascoste dietro un telo che lascia intravedere solo ombre, nove delle undici precarie che finiranno senza lavoro, si sono messe a nudo, perché «sono nude di diritti». La loro storia è fatta di sei anni di contratti a termine, da tre mesi a un anno, attraverso tre diverse agenzie interinali che si sono succedute nel tempo. «Il contratto scadeva il 31 agosto – spiegano – e ci hanno avvisate che saremmo rimaste a casa, quando fino a poco prima l'ospedale ci aveva promesso almeno altri sei mesi di contratto». Il punto è che nel decreto approvato a luglio dal governo è sparita la clausola che obbligava l’azienda all’assunzione dopo 36 mesi di precariato. Tre anni di incertezza e poi si è costretti a ricominciare da capo.«In questi giorni – raccontano le centraliniste licenziate – abbiamo ricevuto centinaia di e-mail di solidarietà da tutta Italia». Alla fine, dopo lo strip “velato”, le precarie vestite da coloratissime vestaglie, escono sul palco con un cartello con scritto: «A.A.A. vendesi precarie» e annunciano, insieme alla Rdb-Cub, uno sciopero di tutti i precari per il 19 settembre prossimo a Roma.

Di che sesso è il tuo cervello?

Secondo alcuni scienziati il nostro cervello può avere un sesso diverso da quello del corpo.
REGNO UNITO – La tesi secondo la quale uomini e donne ragionano in modo diverso è stata in parte confermata da varie ricerche che hanno indicato come l'attività cerebrale cognitiva femminile e maschile siano organizzate in modo differente. C’è però anche chi sostiene che non sempre una mente «femminile» sia necessariamente appannaggio di una donna e viceversa. Il che, in pratica, si traduce nel fatto che ha senso soetenre che diverse donne ragionano «da uomini» e molti uomini, hanno una mentalità più affine a quella femminile. In tal senso, quindi, la differenza tra il modo di pensare di maschi e femmine sarebbe determinata prima di tutto dall’ «inclinazione sessuale» del cervello di ognuno di noi
Fin qui tutto scontato e risaputo. La novità curiosa, però, è che qualcuno ha pensato di mettere online un test che dovrebbe aiutare a capire se si ha un cervello «maschio» o «femmina». A prendere l'iniziatia è stata la BBC, che sul suo sito internet ha messo a disposizione di chiunque un test ad hoc messo a punto dagli psicologi della serie televisiva Secrets of the Sexes, della rete BBC One, per verificare a quale sesso appartiene la propria materia grigia. Si tratta semplicemente di una serie di prove e quesiti, divisi in sei parti, grazie ai quali gli studiosi sono in grado di stabilire delle corrispondenze che consentono di tracciare un profilo dell’identità sessuale del cervello. Bastasapere l'inglese e avere circa mezz’ora di tempo per togliersi la curiosità.

LE MIGLIORI MENTI

Ho visto le migliori menti della mia generazionedistrutte dalla pazzia,affamate, isteriche, nudetrascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosahipster testadangelo bramare l'antico spaccia paradisiaco che connette alla dinamo stellare nel meccanismo della notte,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche mangiavano fuoco in hotel ridipintio bevevano trementina in Paradise Alley,morte,o si purgatoriavano il torace notte dopo notte con sogni, con droghe, con incubi a occhi aperti, alcol e cazzo e balle-sballi senza fine,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche vagavan su e giù a mezzanotte per depositi ferroviari chidendosi dove andare, e andavano, senza lasciare cuori spezzati,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche trombavano in limousine col cinese di Oklahoma su impulso invernale mezzonotturnoillampionata pioggia di provincia,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche ciondolavano affamate e sole per Houston cercando jazzo sesso o zuppa, e seguivan quel brillante spagnolo per coversar d'America e d'Eternità, tempo sprecato, e poi via per nave in Africa,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche crollavano in pianto in bianche palestre nudi e tremanti davanti al macchinismo di altri scheletri,che mordevano sul collo i poliziotti e poi gridolini di piacere una volta in macchina per non aver commesso altro crimine che la propria ganza pederastia e intossicazione,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche urlavano in ginocchio nella metro e li trascinavan giù dal tetto sventaglianti genitali e manoscritti,che si facevano dare in culo da pii motociclisti e strillavan di gioia,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche facevan pompe a ed eran pompati da quei serafini umani, i marinai, carezze d'Atlantico e d'amor caraibico,che mattino e sera scopazzavan tra roseti ed erba di parchi pubblici e cimiteri spargendo seme liberamente in chiunque si trovasse a passare,che tutti in una risatina singhiozzante finivano poi in un gemito dietro un tramezzo di bagno turco quando l'angelo biondo e nudo veniva a trapassarli con la spada,che perdevan ragazzi amore tolti loro dalle tre megere del fato la megera guercia del dollaro eterosessuale la megera guercia che ci strizza l'occhio dall'utero e la megera guercia che sta lì seduta sul culo pronta a tranciare gli intellettuali fili d'oro del telaio artigiano,
vedo la mia generazione o quel che ne restain auto rubate a velocità assassina verso riviere di ponentee poi accartocciate su spartitraffico in cementofinecorsa di sorrisi e felicità nascostedopo annoiati flirt con la mortevedo la mia generazione o quel che ne restaguardare i nuovi tossici con occhi tossiciche salano guance non più scavatementre labbra incapaci di parolesi serrano su fragorosi silenzivedo la mia generazione o quel che ne restaassumere droga costosa da diviin locali bui di sesso commercialecon asessuati sensualissimi angelicon ali di pipistrellovedo la mia generazione o quel che ne restaarrestare il proprio cammino su una spirale di suoni e luciincapace di vedersi e di vedere senza voglia di capire nel rifiuto del passatonella negazione del futuro ridendo del presentevedo la mia generazione o quel che ne restacaricare gli sbirri per affermare la propria presenzapicchiare sotto i ponti di umide metropoli le sue stesse paurealzare al vento le bandiere della sua impotenzacantare i mantra della sua giovinezza senza ascoltarlivedo la mia generazione o quel che ne restavendere collanine indiane da furgoni infestatiaccovacciate alla stazione di amsterdam in notti di neverimanere sole in centri sociali quando la musica finisceguardare allo specchio immagini sempre più altrevedo la mia generazione o quel che ne restama non l'ho mai giudicata e l'amo per quello che è.


Allen Ginsberg
di Materia Simona

AGUZZA LA VISTA

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Formidabile

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