mercoledì 17 settembre 2008

LE MIGLIORI MENTI

Ho visto le migliori menti della mia generazionedistrutte dalla pazzia,affamate, isteriche, nudetrascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosahipster testadangelo bramare l'antico spaccia paradisiaco che connette alla dinamo stellare nel meccanismo della notte,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche mangiavano fuoco in hotel ridipintio bevevano trementina in Paradise Alley,morte,o si purgatoriavano il torace notte dopo notte con sogni, con droghe, con incubi a occhi aperti, alcol e cazzo e balle-sballi senza fine,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche vagavan su e giù a mezzanotte per depositi ferroviari chidendosi dove andare, e andavano, senza lasciare cuori spezzati,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche trombavano in limousine col cinese di Oklahoma su impulso invernale mezzonotturnoillampionata pioggia di provincia,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche ciondolavano affamate e sole per Houston cercando jazzo sesso o zuppa, e seguivan quel brillante spagnolo per coversar d'America e d'Eternità, tempo sprecato, e poi via per nave in Africa,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche crollavano in pianto in bianche palestre nudi e tremanti davanti al macchinismo di altri scheletri,che mordevano sul collo i poliziotti e poi gridolini di piacere una volta in macchina per non aver commesso altro crimine che la propria ganza pederastia e intossicazione,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche urlavano in ginocchio nella metro e li trascinavan giù dal tetto sventaglianti genitali e manoscritti,che si facevano dare in culo da pii motociclisti e strillavan di gioia,Ho visto le migliori menti della mia generazioneche facevan pompe a ed eran pompati da quei serafini umani, i marinai, carezze d'Atlantico e d'amor caraibico,che mattino e sera scopazzavan tra roseti ed erba di parchi pubblici e cimiteri spargendo seme liberamente in chiunque si trovasse a passare,che tutti in una risatina singhiozzante finivano poi in un gemito dietro un tramezzo di bagno turco quando l'angelo biondo e nudo veniva a trapassarli con la spada,che perdevan ragazzi amore tolti loro dalle tre megere del fato la megera guercia del dollaro eterosessuale la megera guercia che ci strizza l'occhio dall'utero e la megera guercia che sta lì seduta sul culo pronta a tranciare gli intellettuali fili d'oro del telaio artigiano,
vedo la mia generazione o quel che ne restain auto rubate a velocità assassina verso riviere di ponentee poi accartocciate su spartitraffico in cementofinecorsa di sorrisi e felicità nascostedopo annoiati flirt con la mortevedo la mia generazione o quel che ne restaguardare i nuovi tossici con occhi tossiciche salano guance non più scavatementre labbra incapaci di parolesi serrano su fragorosi silenzivedo la mia generazione o quel che ne restaassumere droga costosa da diviin locali bui di sesso commercialecon asessuati sensualissimi angelicon ali di pipistrellovedo la mia generazione o quel che ne restaarrestare il proprio cammino su una spirale di suoni e luciincapace di vedersi e di vedere senza voglia di capire nel rifiuto del passatonella negazione del futuro ridendo del presentevedo la mia generazione o quel che ne restacaricare gli sbirri per affermare la propria presenzapicchiare sotto i ponti di umide metropoli le sue stesse paurealzare al vento le bandiere della sua impotenzacantare i mantra della sua giovinezza senza ascoltarlivedo la mia generazione o quel che ne restavendere collanine indiane da furgoni infestatiaccovacciate alla stazione di amsterdam in notti di neverimanere sole in centri sociali quando la musica finisceguardare allo specchio immagini sempre più altrevedo la mia generazione o quel che ne restama non l'ho mai giudicata e l'amo per quello che è.


Allen Ginsberg
di Materia Simona

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